Fare prevenzione non è una parola scontata o uno slogan politico, ma è un impianto altrettanto scientifico quanto lo è la cura. Quando parliamo di prevenzione alimentare, intendiamo conoscere ciò a cui andiamo incontro conoscendo noi stessi, conoscendo come funzioniamo, cosa mangiamo, perché lo mangiamo e come lo mangiamo, conoscendo i cibi che ci fanno bene e quelli che non ci fanno bene in base alle nostre caratteristiche e bisogni strutturali, psico-emotivi ed energetici. Una corretta educazione alimentare quindi, non può diventare solo un riassunto di prescrizioni e regole: se siamo ciò che mangiamo, e aggiungo, se mangiamo ciò che siamo, ogni cambiamento nel modo di alimentarsi non può che partire da un cambiamento d’identità.
Molto spesso l’educazione alimentare viene divulgata tramite discorsi astratti e filosofici: parliamo di informazioni corrette dal punto di vista della salute, ma troppo lontane dalla logica dei bisogni. Bisogna tener presente che il gusto di un cibo non è dato solo dal suo sapore o dal suo profumo, ma anche dalla percezione individuale di chi lo mangia, dalla modalità con cui viene «VISSUTO» e interpretato da un individuo in base alle proprie esigenze fisiche, psico-emotive ed energetiche. Spesso nei progetti di educazione alimentare, si escludono due fattori importanti: il bisogno di piacere, istinto fondamentale che ci aiuta a discriminare gli alimenti adatti o meno adatti a noi, e la conoscenza degli alimenti attraverso la manipolazione delle materie prime. Affinché le proposte siano educative, occorre puntare al piacere legato all’atto di mangiare di ogni singolo bambino, agli stimoli emotivi e sensoriali dei pasti, sviluppando, quando possibile, percorsi didattici che diano significato alla conoscenza degli alimenti a 360 gradi e anche alle scelte preferenziali dettate dai bisogni individuali. In questo modo i bambini hanno un ruolo attivo verso il cibo, e sono incoraggiati a condividere le loro esperienze sensoriali guardando, annusando, assaporando, toccando e manipolando ciò che mangiano, creando così memorie permanenti che li guideranno sempre verso quel cibo. Questo processo risulta particolarmente indicato per i bambini che vivono qualche conflitto a tavola e devono essere accompagnati in un percorso di scoperta e fiducia nei confronti del cibo stesso...Un canale formativo molto funzionale poiché le difficoltà, se non a volte l’impossibilità nell’espressione dei propri disagi, della propria volontà e l’impossibilità di entrare in contatto con le proprie emozioni e le proprie esigenze fisiche, rende questi bimbi spesso poco inclusi e stimolati nei programmi usuali di educazione alla salute.
Il progetto dei “Laboratori di NINO” nasce quindi con l’intento di realizzare, un diverso canale di avvicinamento al cibo, attraverso un’attività educativa stimolante e piacevole che favorisca il contatto con il “proprio” mondo alimentare attraverso lo sviluppo sensoriale, in un contesto che avvicina tutti bambini, specialmente chi non riesce ad esprimere il proprio mondo alimentare, a se stessi, agli alimenti e all’ecosistema. Il fare e lo sperimentare, nelle tematiche nutrizionali, rappresentano la forma più adatta di apprendimento. L’esplorazione, l’osservazione e la manipolazione, viste come aspetti educativi, possono fungere da leva per accrescere nei bambini varie abilità tra cui la percezione dei propri bisogni o gusti. Inoltre le pratiche esperienziali aiutano a rafforzare la conoscenza del proprio codice nutrizionale, la consapevolezza di essere parte dell'intero ecosistema Terra, un ecosistema che va salvaguardato e valorizzato in tutte le sue componenti, la capacità di lettura dell’ambiente che li circonda attraverso i sensi, l’educazione allo sviluppo sostenibile e al consumo consapevole, il rispetto ambientale e dei tempi della natura, l’acquisizione di conoscenze e comportamenti corretti e il più possibile consapevoli nei confronti del cibo e di stili di vita salutari, la diffusione di un’adeguata conoscenza della provenienza degli alimenti di cui ci nutriamo, e la loro importante funzione non solo nutrizionale ma anche informativa ed energetica.
Molto spesso l’educazione alimentare viene divulgata tramite discorsi astratti e filosofici: parliamo di informazioni corrette dal punto di vista della salute, ma troppo lontane dalla logica dei bisogni. Bisogna tener presente che il gusto di un cibo non è dato solo dal suo sapore o dal suo profumo, ma anche dalla percezione individuale di chi lo mangia, dalla modalità con cui viene «VISSUTO» e interpretato da un individuo in base alle proprie esigenze fisiche, psico-emotive ed energetiche. Spesso nei progetti di educazione alimentare, si escludono due fattori importanti: il bisogno di piacere, istinto fondamentale che ci aiuta a discriminare gli alimenti adatti o meno adatti a noi, e la conoscenza degli alimenti attraverso la manipolazione delle materie prime. Affinché le proposte siano educative, occorre puntare al piacere legato all’atto di mangiare di ogni singolo bambino, agli stimoli emotivi e sensoriali dei pasti, sviluppando, quando possibile, percorsi didattici che diano significato alla conoscenza degli alimenti a 360 gradi e anche alle scelte preferenziali dettate dai bisogni individuali. In questo modo i bambini hanno un ruolo attivo verso il cibo, e sono incoraggiati a condividere le loro esperienze sensoriali guardando, annusando, assaporando, toccando e manipolando ciò che mangiano, creando così memorie permanenti che li guideranno sempre verso quel cibo. Questo processo risulta particolarmente indicato per i bambini che vivono qualche conflitto a tavola e devono essere accompagnati in un percorso di scoperta e fiducia nei confronti del cibo stesso...Un canale formativo molto funzionale poiché le difficoltà, se non a volte l’impossibilità nell’espressione dei propri disagi, della propria volontà e l’impossibilità di entrare in contatto con le proprie emozioni e le proprie esigenze fisiche, rende questi bimbi spesso poco inclusi e stimolati nei programmi usuali di educazione alla salute.
Il progetto dei “Laboratori di NINO” nasce quindi con l’intento di realizzare, un diverso canale di avvicinamento al cibo, attraverso un’attività educativa stimolante e piacevole che favorisca il contatto con il “proprio” mondo alimentare attraverso lo sviluppo sensoriale, in un contesto che avvicina tutti bambini, specialmente chi non riesce ad esprimere il proprio mondo alimentare, a se stessi, agli alimenti e all’ecosistema. Il fare e lo sperimentare, nelle tematiche nutrizionali, rappresentano la forma più adatta di apprendimento. L’esplorazione, l’osservazione e la manipolazione, viste come aspetti educativi, possono fungere da leva per accrescere nei bambini varie abilità tra cui la percezione dei propri bisogni o gusti. Inoltre le pratiche esperienziali aiutano a rafforzare la conoscenza del proprio codice nutrizionale, la consapevolezza di essere parte dell'intero ecosistema Terra, un ecosistema che va salvaguardato e valorizzato in tutte le sue componenti, la capacità di lettura dell’ambiente che li circonda attraverso i sensi, l’educazione allo sviluppo sostenibile e al consumo consapevole, il rispetto ambientale e dei tempi della natura, l’acquisizione di conoscenze e comportamenti corretti e il più possibile consapevoli nei confronti del cibo e di stili di vita salutari, la diffusione di un’adeguata conoscenza della provenienza degli alimenti di cui ci nutriamo, e la loro importante funzione non solo nutrizionale ma anche informativa ed energetica.
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