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Educazione alla salute

E’ nostra intenzione quando parliamo di educazione alimentare, riferirci non solo ai cibi più salutari da far assumere ai nostri bambini, ma cercare di diffondere una vera e propria educazione alla salute in senso ampio, che possa concorrere a formare abitudini e processi mentali e comportamenti favorevoli alla salute globale del bambino.

Quali sono le basi da cui partire per educare alla salute?

Innanzitutto per comprendere a pieno la propria esperienza esistenziale, è fondamentale avvicinare il bambino all’ascolto del proprio corpo, sede di tutti i processi biologici ma anche delle emozioni. Lo psichiatra Van Der Kolk ricorda, che il mondo dell’esperienza sensoriale comincia a costituirsi ancora prima della nascita, nel grembo materno. Il bambino sente il liquido amniotico dondolando, comincia a essere il suo essere bagnato, la sua fame o sazietà, la sua sonnolenza. Anche dopo aver appreso il linguaggio, le sue sensazioni viscerali ci comunicano in continuazione come sta ed in un certo senso chi è. Le sensazioni che il nostro corpo ci rimanda sono fondamentali alla sopravvivenza, per questo bisogna reimparare ad ascoltarle. Essere coscienti di avere freddo ci obbliga a coprirci, la fame ci suggerisce di mangiare, la sete di bere e così via.

Pensiamo allo stimolo della fame e della sete: rispondono ad un bisogno fisiologico di sopravvivenza e, in condizione di salute psicofisica, si attivano esclusivamente quando le diminuzioni dei livelli di concentrazione dei nutrienti (acqua o cibo) raggiungono soglie minime tali da richiederne l’assunzione. Siamo un essere perfetto! E se imparassimo ad ascoltarci, eviteremmo moltissime malattie. Sappiamo bene che, nonostante ciò, l'assunzione di cibo e acqua viene spesso influenzata da fattori che di ancestrale hanno ben poco. Se all’uomo bastasse nutrirsi non si differenzierebbe da tutti gli altri animali, ma per noi il mangiare è ben più di un bisogno fisiologico, è il simbolo della nostra umanità, quello che va oltre la sopravvivenza. A differenza di quanto avviene negli animali infatti, per l'uomo la fame non è il semplice risultato di bisogni fisiologici. Ce ne rendiamo conto quando al termine di un abbondante pasto, nonostante la cintura dei pantaloni ci indichi chiaramente di smettere di mangiare, non sappiamo rinunciare ad una fetta di dolce. Panini invitanti, fast food affollati, specialità pasticciere ed altre prelibatezze pubblicizzate dalla tv, si scontrano ogni giorno con diete, creme anticellulite, snack ipocalorici. A farne le spese, neanche a dirlo, è il nostro rapporto psicologico con il cibo.

L'olfatto e il gusto ad esempio, sono definiti 'sensi chimici' perché ci consentono di analizzare le molecole dell'ambiente esterno con le quali veniamo in contatto respirando e nutrendoci. I due sensi chimici cooperano informandoci della presenza di possibili veleni nell'aria inspirata o delle sostanze commestibili o non commestibili, e determinando l'odore e il sapore e quindi l'appetibilità dei cibi e delle bevande. Pertanto essi sono indispensabili alla sopravvivenza individuale e della specie anche più degli altri organi di senso. Per questo motivo l’olfatto è uno dei primi sensi che si sono sviluppati, e la parte del cervello che elabora i suoi segnali è una delle più antiche.

Questo si intende come approccio verso il cibo. Questo si intende come educazione alla salute. E’ fondamentale insegnare al bambino a conoscere il proprio corpo e a nutrirlo in base alle sue esigenze, a rispettare i ritmi biologici, a riconoscere le sensazioni del proprio palato, gli alimenti che digerisce meglio, o gli orari più consoni per consumarli. Possiamo insegnargli a gestire il senso di fame e sazietà e a rispondere ad essi in modo efficiente.. Cosa faccio, cosa provo, cosa mangio, perché lo mangio?… Recenti studi hanno evidenziato che l'educazione alimentare basata sulla percezione del proprio corpo e dei propri sensi, sembra promuovere una certa predisposizione nello scegliere alimenti più sani nei bambini, come frutta e verdura.

Ma per fare questo è fondamentale ricordare al bambino che la natura ed il corpo umano viaggiano di pari passo, che noi siamo quella natura e che se ci allontaniamo dai suoi ritmi perdiamo prima di tutto il collegamento con noi stessi e questo ci fa perdere in benessere. Altra tappa fondamentale per educare alla salute! Seguire i ritmi naturali del cibo e della terra significa rispettare le esigenze nutrizionali del nostro organismo, esponendoci a un livello di salute più alto ma anche ad un benessere psicofisico totale. L’educazione alla salute non sarebbe attuabile se al bambino non fosse insegnato in primis a sentirsi parte dell’ecosistema. Tutte le esperienze che consentono al bambino di osservare e “vivere” la natura sono finalizzate ad alimentare ed accrescere il “sentimento verso la natura”, inteso come attenzione, rispetto, curiosità verso ciò che vive attorno a lui e dal quale lui dipende. Il bambino compie così il primo passo verso la comprensione che ogni cosa è strettamente collegata su questo pianeta, che noi e la Natura siamo tessere dello stesso mosaico e che se ne togli una può crollare l’intero mosaico.








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