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Nino e la sedia

La primavera entrava rigogliosa da ogni finestra, gli uccelli cantavano e il giardino di fronte a casa di Nino era completamente illuminato dal sole.

- Nino, corri fuori a giocare, guarda che meravigliosa giornata! – disse la mamma

Nino non se lo fece dire due volte; non stava nella pelle. Maglietta leggera, pantaloncini e giù per le scale verso il suo morbido giardino pieno di erba e fiori.

Una volta varcata la soglia Nino si mise a correre come un matto chiamando la mamma che lo fissava dai vetri spalancati della finestra della cucina. La sua mamma rideva scuotendo la testa. Era proprio bello vedere Nino così felice.

Nino poi si accorse di una strana presenza che copiava, passo dopo passo, tutto quello che faceva.

- Ehi tu, chi sei?! – urlò Nino con voce curiosa

Nessuna risposta giunse dalla strana presenza. Ma lei era sempre lì. Se lui correva, lei correva. Se lui saltava, lei saltava. Se lui alzava le braccia al cielo, lei imperterrita lo copiava minuziosamente.

- Sei proprio birichina sai! – disse nuovamente Nino alla sua nuova amica.

Il tempo passava e tra un gioco e l’altro, si avvicinò l’ora di pranzo.

- Nino vieni a tavola – disse la mamma agitando la mano fuori dalla finestra.
Nino raccolse velocemente dei fiori da portare alla mamma e quando si girò verso la nuova amica per invitarla a pranzo lei non c’era più.

Guardò a destra, guardò sinistra. Dietro, davanti, sotto, sopra. Niente.

- Amica mia! Dove sei? - disse Nino sconsolato.

Niente, la sua amica era scomparsa senza alcuna spiegazione. Nino ci rimase molto male e, con il viso lungo lungo di chi ha perso un amico, rientrò a casa. La mamma guardò Nino molto sorpresa. Rideva e correva fino ad un attimo prima. Cosa era successo al piccolo Nino?

La pasta al pesto con fagiolini e patate, piatto preferito di Nino, arrivò a tavola accompagnata dal sorriso della mamma.

- Non ho fame. -
disse Nino allontanando il piatto con entrambe le manine. La mamma di Nino non disse una parola. Ma era stupita, decisamente stupita e confusa. Nino rimase comunque a tavola ma il suo sguardo era basso e il suo broncio pesante.
La giornata terminò e Nino si addormentò senza dire nulla riguardo la sua grande delusione.

Un'altra giornata ebbe inizio con brillanti raggi solari. Nino mangiando i suoi biscotti della colazione, fissava il giardino con aria sospettosa dalla finestra del soggiorno.

- Chissà se ritroverò la mia amica. - pensò.

- Nino che ne pensi di andare in giardino a giocare anche oggi? - disse la mamma.
Nino la fissò per un secondo dritta negli occhi e annuì con la testa. Poteva effettivamente essere una buona idea.

Primo piedino fuori da casa ed eccola lì. La sua amica dispettosa lo stava aspettando. A Nino tornò il sorriso ed iniziò a giocare saltellando come un buffo gnomo sul prato. Lui correva, lei correva. Lui saltava, lei saltava. Non era cambiato molto da ieri, anzi, tutto era proprio tornato al proprio posto. Che magica mattinata!

Nino non era di certo un chiacchierone ed il fatto che questa nuova amica fosse così silenziosa a lui piaceva molto. Le ore in sua compagnia volavano sempre molto in fretta.

- Nino vieni a tavola – disse la mamma agitando sempre la stessa mano fuori dalla solita finestra.
- Arrivo. - rispose prontamente.

Poi si girò, rigirò e rigirò nuovamente e la sua amica scomparve di nuovo. Non era possibile gliela aveva fatta ancora. Ma perché?

- Dai amica mia, voglio solo invitarti a pranzo a casa. Si mangia molto bene giuro!
Niente. Nessuna traccia anche oggi. Nino era davvero senza parole. Gli tornò il lungo muso e gli passò la fame. Rientrò a casa, fissò la mamma. Non andò a tavola; tirò dritto verso la sua cameretta.

Quel pomeriggio il nonno di Nino aiutò la mamma a mettere delle mensole nel ripostiglio. Erano lavori che veniva a fare lui perchè aveva sempre gli attrezzi migliori ed era molto preciso.

Nino aveva la porta semiaperta e sentì chiaramente la voce della mamma raccontare al nonno qualcosa che, ahimè, conosceva molto bene.

Toc toc.

- Nino sono il nonno posso entrare?
- Certo nonno entra pure - rispose Nino
- La mamma mi ha detto che stai saltando il pranzo da due giorni, cosa succede? - gli chiese il nonno con voce gentile.

Nino si fidava tanto del suo amato nonno. La sua lunga barba bianca gli aveva sempre dato una grande fiducia.

- Sai nonno, io ho trovato una nuova amica. Quando però la invito a pranzo lei scappa.
- Ma la vedi proprio scappare? - chiese il nonno.
- In realtà no. La mamma mi chiama. Io mi giro per invitarla. Lei scompare.

Il nonno si grattò la lunga barba e dopo un attimo di silenzio fede una domanda molto precisa.

- Ma dimmi una cosa Nino. Questa tua amica é per caso molto silenziosa?
- Sì nonno, come fai a saperlo?
- Immaginavo. E per caso.... questa tua nuova amica copia tutti i movimenti che fai?
- Sì nonno, ma come fai a sapere tutte queste cose?
- Nino Nino, anni di esperienza naturalmente. Ti svelo un segreto. Lei ogni mezzogiorno, quando il sole cade dritto dritto sulla tua testolina, diventa invisibile per circa un'oretta.
- E come mai nonno?
- Perchè lei si chiama Ombra.

Nino fece la faccia di chi aziona il cervello ad alta velocità e poi sorrise soddisfatto.

- Nonno tu sai sempre tutto. Quindi la ritroverò ogni giorno e resterà sempre con me? Quindi non é colpa mia? Insomma... Ma allora posso apparecchiare anche per lei a tavola ogni giorno? Non la vedrà nessuno ma io so che lei c'é. Vero?
- Certo Nino. Certo. - concluse il nonno con una risata.

La chiacchierata si concluse velocemente e dal quel giorno, a casa di Nino, capita di vedere un posto apparecchiato senza nessuno seduto sulla sedia. Buffo? Forse sì, ma tanto tanto magico.








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