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L’albero di ciliegie

Aveva smesso di piovere dopo diversi giorni e finalmente il sole brillava alto nel cielo. 
Il papà di Nino stava tagliando l’erba alta del giardino alle prese con il cane Charlie che lo seguiva abbaiando. Nino rideva per la scena esilarante che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi. 

 - Niente da fare, questa erbaccia la taglierò un altro giorno. Disse il papà. 
 Quando Charlie si metteva in testa di giocare con il suo padrone, il suo padrone era costretto a lasciar perdere ogni impegno per dedicarsi a lui. 

Nino era ben contento. Adorava unirsi ai giochi tra il papà e il suo cane Charlie. 
Tra un tiro di pallone e un altro, Charlie si stancò e andò a dormire sotto il vecchio ciliegio che ombreggiava la casa di Nino da oltre 50 anni. 
Nino si sdraiò accanto al suo cane mentre il papà, con le sue lunghe braccia, afferrò un ramo del ciliegio, lo abbassò e raccolse qualche frutto che mangiò con gusto. 

- Anch’io le voglio! – urlò Nino. 
- Quando sarai grande le raccoglierai da solo, ora me le mangio tutte io! – rispose il papà. 

Al papà di Nino piaceva sempre scherzare. Raccolse così altre ciliegie e si mise a correre per il giardino rincorso da Nino. 

 - Le vuoi?! Vieni a prenderle! – disse il papà ridendo e correndo. 

Arrivò la sera e Nino continuava a pensare alle parole di suo padre. “Quando sarai grande le raccoglierai da solo”. La sua testa iniziò a riempirsi di tanti pensieri. 
Prese un pennarello e misurò la sua altezza sul murò della cameretta. Nino fissava quella righetta sul muro con gran desolazione. In effetti era proprio piccolo rispetto al suo papà. Come faceva a crescere in fretta? Devo trovare una buona idea. Pensò. 

La cena era pronta a tavola. Il piatto del papà pieno di maccheroni al pomodoro e quello di Nino pieno solo per metà. 

 - Papà perché tu mangi così tanto? 
 - Perché sono grande, ovvio. Dai mangia che cresci anche tu. – rispose il papà Nino finì il piatto continuando a pensare alle parole del papà. “Mangia che cresci”

A Nino venne quindi un’idea. Mangiare tanto come il suo papà e anche di più! Ovvio no!? Più mangerò, più diventerò grande. 

Da quel giorno Nino iniziò a mangiare più di quanta fame realmente avesse. Nascondeva nelle tasche della sua felpa pezzi di pane, biscotti, frutta e portava tutto nella sua camera. Mangiava ogni cosa per poi misurarsi sul solito muro ogni volta prima di andare a letto. 

Passavano i giorni. Nino non si sentiva bene ad avere la pancia così piena, ma voleva crescere quindi resisteva. 
Fissava il ciliegio dai vetri della sua camera con la speranza di arrivare presto a toccare un ramo come il suo papà. 

La righetta era sempre allo stesso punto. Un giorno gialla, un giorno verde, un giorno blu… ma sempre e puntualmente alla stessa altezza. Nino, nonostante fosse molto triste, continuava speranzoso a mordicchiare i suoi biscotti nascosti nella tasca del suo pigiama. 

Tra una briciola e un’altra il papà entrò nella sua camera e beccò Nino con la bocca piena di biscotti. 
 
- Ma Nino, è ora di dormire! Cosa fai con la bocca piena di biscotti? Dove li hai presi? 

Nino si mise a piangere, disse al papà tutta la verità compreso il brutto mal di pancia che da giorni lo accompagnava. Il papà rassicurò Nino e poi disse: 
- Domani quando ti sveglierai troverai in giardino una soluzione perfetta. Diventerai grande in un battibaleno. 

Nino incuriosito dalle parole del papà si mise subito a dormire per far arrivare il giorno prima possibile. La mattina dopo, poggiata sul ciliegio, c’era una scala di legno. Nino salì subito sulla scala e gridò: 

- Hai ragione papà sono diventato più grande di te! 

Nino era felice, il mondo lassù era fantastico come la sua testolina piena di ciliegie.



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